
Conosciamolo bene
Pino Burgio, classe ’66, figlio di Teresa e Pippo Burgio, fondatore dell’azienda più di 40 anni fa. Uno spirito attento e curioso, insieme a una gran voglia di fare, sono le caratteristiche che fan no di Pino un punto di riferimento indispensabile per tutti coloro che lavorano e collaborano con i Fratelli Burgio oggi che il testimone dell’azienda è in mano a lui e al fratello Concetto.
La Salumeria è una creazione di tuo padre, Pippo Burgio, di cui tu e Concetto avete raccolto il testimone. Senza mai pensare di fare altro?
Mio padre comprò la prima salumeria nel ‘78 a Solarino. Avevo 12 anni, un preadolescente già attratto dal mondo del commercio. Nell’82 acquistò quella che oggi è “LA SALUMERIA”. Non sapevo cosa mi avrebbe riservato il futuro, l’unica certezza era che già a 16 anni amavo seguire mio padre nel suo lavoro di vendita di salumi e formaggi in giro per la provincia di Siracusa e Ragusa. Avevamo un grosso magazzino di vendita all’ingrosso e mio padre fu il primo a far conoscere le Ditte Granarolo, Danone e Yomo in Sicilia.
Aspettavo le vacanze e le chiusure fortuite della scuola per potermi alzare all’alba e salire su uno di quei furgoni con tanto di brand per capire i meccanismi della vendita e quanto fosse importante stabilire una relazione positiva con i clienti. Mio padre aveva un’arma segreta: il sorriso. E questo, insieme alla sua capacità imprenditoriale, gli fece conquistare una medaglia d’oro come miglior rappresentante dell’anno.
Finiti gli studi, nell’88 ho cominciato a “vivere” a pieno l’esperienza della salumeria tanto da innamorarmi di questo mestiere.
Com’è condividere l’esperienza imprenditoriale nella dimensione familiare?
Sicuramente una bella sfida. Fino a quando l’azienda era a nome di mio padre “Ditta Burgio Giuseppe”, era lui a prendere le decisioni, a fare scelte anche coraggiose e a coordinare tutto e tutti. La sua scomparsa prematura ha cambiato le carte in tavola. Io e mio fratello ci siamo intestati la Ditta e con questo tutte le difficoltà. Non è sempre facile. Il nostro “segreto” è stato quello di fissare delle regole sia per la gestione economica sia per la spartizione delle responsabilità e dei compiti.
Abbiamo cercato di valorizzare le attitudini e le competenze di ciascuno soprattutto della terza generazione. Sarei un ipocrita se non ammettessi che ogni tanto “ i paletti” saltano, che nascono delle tensioni interne, ma credo sia nella normalità. Non è sempre facile gestire tre punti commerciali e 45 dipendenti. Devo riconoscere, però, di avere una virtù, forse l’unica (ride): la mediazione. È un esercizio che faccio tutti i giorni per cercare di incanalare in un’unica direzione le diversità d’indole e caratteriali mie, di mio fratello, dei nostri figli e dei nipoti. Concluderei parafrasando il titolo di un famoso libro: “Io speriamo che me la cavo”.

Salone di Milano 2005.
Fratelli Burgio e la Francia, un legame intenso che è merito tuo. Com’è nato questo amore?
È nato quasi per caso. Nel 2000, mentre eravamo al Salone di Milano, ci proposero di partecipare al famoso Salone dell’Agricoltura di Parigi che apriva i battenti due mesi dopo. Io e Concetto ci guardammo e senza pensarci troppo firmammo il contratto di adesione. Quel primo viaggio a Parigi del 2001 fu precursore di tante altre esperienze fieristiche in Francia.
Certo, anche in questo caso abbiamo raccolto una bella sfida. Partivamo con un furgone carico da far paura da Solarino. Affrontando giorni di viaggio e di intemperie alle quali non eravamo abituati e in più in un Paese straniero di cui le poche cose che sapevamo le avevamo studiate nei libri di scuola. Ma fu un successo: già nel 2012 riuscivamo a partecipare a quattro fiere francesi in contemporanea.
Amo i francesi. Ci hanno sempre riservato un’accoglienza entusiasta e affettuosa. E con altrettanto affetto abbiamo ricambiato. I francesi apprezzano i nostri prodotti perché di alta qualità e rispettosi della cultura siciliana. Mi riempie di orgoglio sapere che alcuni clienti si informano in quale città facciamo le fiere per venirci a trovare a costo di prendere treni e affrontare ore di viaggio.
Sono stato il primo a farmi dare i loro indirizzi per poi fargli recapitare ingressi gratuiti alle fiere in cui esponevamo. Lo facciamo ancora oggi, ma con la tecnologia è tutto più semplice. Tra inviti, assaggi e chiacchierate, anche se con una lingua inizialmente improvvisata ora più completa, abbiamo costruito un rapporto che dura nel tempo, anche grazie al nostro innegabile charme, per dirla alla francese.
Perciò un negozio a Parigi è il mio sogno nel cassetto, non un negozio “normale” ma un negozio che rispecchi quello di Siracusa, apprezzato da diverse riviste specializzate e considerato fra i primi 15 negozi più belli d’Italia. Parigi la considero ormai come la mia seconda città e non solo a livello commerciale.

Foire de Paris 2019.
Qual è la cosa più bella del tuo lavoro?
Avere sempre obiettivi da raggiungere. Sono una persona che per natura non si ferma mai, men che meno a livello imprenditoriale. Sono un “modesto” ambizioso e il mio sguardo è sempre rivolto al futuro, un futuro da costruire sulle basi del nostro passato con tutto il patrimonio che questo comprende.
Gestire un’azienda con 40 anni di storia non è alla portata di tutti. Ci vuole coraggio, intraprendenza, ma anche un pizzico di prudenza. Saper essere lungimiranti e intercettare quelle che saranno le evoluzioni di mercato resta uno degli aspetti più belli del mio lavoro.

La Salumeria oggi.
Una fotografia del futuro dell’azienda. Come la immagini?
Come ho detto, sono ambizioso perciò non immagino una foto per la nostra azienda bensì un intero album fotografico. La nostra è un’azienda “variegata”, composta da più anime ciascuna con caratteristiche diverse. Spero che ognuno dei nostri figli e nipoti possa trovare un modo per realizzarsi senza mortificare passioni e interessi. L’intento è creare nuovi punti vendita e un laboratorio più grande e poi… chissà! Intanto stiamo lavorando in visione di un prossimo futuro. Il lavoro, per fortuna, non ci manca ed è la molla che mi spinge ad alzarmi ogni mattina e vivere la giornata con entusiasmo e grinta.